XIX Conferenza Nazionale SIU
CAMBIAMENTI. RESPONSABILITÀ E STRUMENTI
PER L'URBANISTICA AL SERVIZIO DEL PAESE.
Catania, 16-18 giugno 2016


 
GLI ATTI DELLA XIX CONFERENZA NAZIONALE SIU SONO DISPONIBLI IN: 
AA. VV. (2017), Atti della XIX Conferenza Nazionale SIU. Cambiamenti. Responsabilità e strumenti per l'urbanistica al servizio del paese, Catania 16-18 giugno 2016, Planum Publisher, Roma-Milano ISBN 9788899237080. 
E' possibile downlodare gratuitamente il volume digitale e i papers presentati nei singoli Workshop sul sito della Planum Publisher


Clima, Paesaggio, Città, Società, Energia, Economia cambiano con velocità e intensità fortemente variabili. Con questi mutamenti si confrontano il sapere e la pratica degli urbanisti e dei pianificatori territoriali. Quali sono i nuovi modi per affrontare queste rapide mutazioni? La XIX Conferenza Nazionale della Società Italiana degli Urbanisti (SIU), attraverso il consueto confronto tra teorie e pratiche, discute sulle potenzialità dell’Urbanistica e sul suo ruolo, che sembra sostanziale per la ripresa del Paese.

CALL FOR PAPERS
• Call for Abstracts Deadline: 29.02.2016
• Notifiche di Accettazione: 18.03.2016
• Call for Papers Deadline: 16.05.2016
  Call for Papers | Download Versione italiana

La Società Italiana degli Urbanisti organizza a Catania, a cura dei Dipartimenti di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo e di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università degli Studi di Catania, la XIX Conferenza SIU dal 16 al 18 Giugno 2016.
Il clima, il paesaggio, le città, l’energia, l’economia, la stessa società, cambiano con velocità e intensità fortemente variabili. Con questi mutamenti si confrontano i saperi e le pratiche degli urbanisti e dei pianificatori territoriali. Quali sono le competenze, gli strumenti più adeguati e i metodi più efficaci per affrontare queste rapide mutazioni e come incidono questi cambiamenti sulla razionalità urbanistica?

La Conferenza nazionale vuole approfondire il campo delle responsabilità, delle competenze e degli strumenti, attraverso cui traguardare la pratica di una disciplina che si conferma sempre più affrancata da specialismi, protesa a esplorare e utilizzare nuove forme di conoscenza derivate dal sapere scientifico ma, anche, da altri saperi meno legati a pretese di oggettività.
Il riferimento alle pratiche allude a modelli operativi e sperimentali innovativi rispetto alle prassi della nostra azione disciplinare da rivisitare con aperture plurali al nuovo per garantire soluzioni possibili alle questioni del tempo che viviamo.
Inoltre, gli strumenti, a differenza di molte attività manuali dove essi hanno significato solo in funzione della tecnica utilizzata, nella disciplina urbanistica assumono un ruolo associato alla strategia sottesa alla pratica specifica. Ciò costringe a porre le tecniche al servizio degli strumenti. Far riferimento, dunque, in questa prospettiva, agli strumenti anziché alla tecnica, allontana le tentazioni interpretative del termine tecnica, solitamente segnato da un’implicazione d’impronta prevalentemente meccanicista.
Un nuovo sguardo volto al mutamento in atto è indispensabile, ma obbliga a una diversa capacità di riflessione.

Il celebre monito di Einstein: “Il mondo che abbiamo creato è il prodotto della nostra mente e dunque non può cambiare se prima non modifichiamo il nostro modo di pensare” è sempre più attuale, specie a fronte degli scenari indotti dal cambiamento in atto. Un pensiero rinnovato, una conoscenza pertinente e una “mente ben fatta” – parafrasando Morin – ma aperta al nuovo, sono indispensabili per servire una disciplina che si confronta continuamente con scenari imprevisti che, una volta che si manifestano, dobbiamo sapere accogliere attraverso una revisione critica delle nostre teorie piuttosto che forzandole entro il perimetro di ciò che ci è noto.
È impossibile disegnare con esattezza un programma che potrebbe essere interrotto da elementi inattesi, ma serve una strategia capace di reversibilità nell’azione, che si confronti con l’inatteso attraverso una dinamica valutazione di scenari mutevoli. Come sostiene Aravena, non serve prevedere con precisione un’unica soluzione, ma evidenziare la soluzione migliore, quando questa si profila. Occorre individuare una capacità di guardare le trasformazioni urbane e territoriali e la metamorfosi metropolitana del Paese, all’interno di una cornice di senso che sappia orientare le azioni degli attori pubblici e privati sui sentieri del cambiamento. Questo è un approccio che, come evidenzia ancora Morin, può, meglio di altri, assecondare l’imprevisto, l’inatteso, come in “una navigazione in un oceano d’indeterminatezze attraverso un arcipelago di certezze”.
“But who is set up for the impossible that is going to happen? Who is set up for tragedy and incomprehensibility of suffering? Nobody. The tragedy of the man not set up for tragedy – this is every man’s tragedy”.

È possibile assumere il bruciante nichilismo di Roth come un punto di partenza per ribaltare una tesi che è ancora un pilastro fondativo della disciplina. Gli urbanisti, infatti, sono culturalmente attrezzati per agire secondo la logica evolutiva che li guida a declinare ottimisticamente uno scenario futuro. Quest’atteggiamento li porta a rifiutare gli scenari catastrofici, dove la catastrofe non riguarda solo il “rischio naturale” ma, anche, le trasformazioni profonde che interessano l’economia e la società in tempo di crisi.
Per questa ragione, ad esempio, la parola sostenibilità ci acquieta e un termine come sopravvivenza ci allarma: atteggiamento che rischia di indurre a un torpore rassicurante che può impedire la ricerca di strumenti efficaci per affrontare le sfide del cambiamento.
È possibile immaginare un modo diverso di pianificare le città e i territori? Quali strumenti della “cassetta degli attrezzi” degli urbanisti sono ancora validi e quali vanno invece aggiornati e/o abbandonati? È possibile trarre un bilancio del superamento di un’urbanistica limitata a mero disegno della città, sollecitati dalla contaminazione con altri saperi? Quali effetti di cambiamento si producono sul lavoro degli urbanisti e quali sviluppi futuri è possibile immaginare?
La riflessione su questi temi deve riguardare aspetti generali e metodologici, confronti internazionali ed esperienze pratiche, da leggere come occasioni per ragionare criticamente sul futuro e per dispiegare appieno le potenzialità della disciplina.


WORKSHOP
L’articolazione in workshop sviluppa l’esperienza degli atelier con cui la SIU ha organizzato la conferenza nazionale nelle ultime edizioni e la rilancia in una forma propositiva in cui, al dibattito e al confronto di idee, posizioni ed esperienze, si assocerà l’elaborazione di proposte, di indirizzi e di opzioni operative. Mai come in questo momento, infatti, un orientamento operativo potrà arricchire non solo il discorso pubblico del Paese attorno alla territorializzazione del modello di sviluppo ma, anche, la costruzione di una Agenda Urbana e Territoriale in cui trovino centralità – pur nel policentrismo delle componenti – il punto di vista, le sensibilità diagnostiche e le strumentazioni operative degli urbanisti.
I workshop quindi, lavoreranno in verticale nell’approfondimento di alcune tematiche specifiche, con inevitabile ma consapevole perdita di integrazione, concorrendo, poi, nelle sessioni plenarie all’integrazione orizzontale e alla costruzione di una visione/proposta complessiva e dotata delle necessarie interconnessioni tra temi, saperi e competenze.

WORKSHOP 1 
• AMBIENTE, AGRICOLTURA, PAESAGGIO
Quella della crisi ambientale non è più una chiave di lettura sufficiente; il confronto con l’evoluzione non lineare dei cambiamenti climatici appare non più differibile. Quali riflessioni e quali esperienze confermano la centralità degli urbanisti per affrontare questi temi vitali per la salute e la sicurezza delle comunità?
La domanda crescente di turismo, ad esempio, pone ulteriori sfide all’ambiente e al territorio e richiede un aggiornamento profondo degli apparati di tutela.
Analogamente, temi come l’accesso ai beni comuni o la fornitura di ecosystem services sono considerati a sufficienza nella pianificazione o rimangono un campo di interesse di altre discipline senza esito nelle pratiche del piano?
In uno scenario nazionale in cui si è assunta la consapevolezza della necessità di ripartire dalla situazione attuale del Paese senza dover aspettare il superamento della crisi, il paesaggio produttivo diffuso diventa una risorsa irrinunciabile per un nuovo tipo – condiviso, compatibile ed equo – di sviluppo economico-sociale, con utilizzo ottimale delle risorse e una rivalutazione del modo di vivere in ambienti a bassa antropizzazione e ad alto valore paesistico-ambientale. Uno sviluppo basato sulla forte sinergia tra ambiente agricolo-rurale, reticolo urbano, struttura insediativa e produttiva diffusa lineare, interconnessi dal sistema di circuiti culturali, ambientali, turistici, funzionali.
Obiettivo del workshop è confrontare esperienze operative nelle diverse specificità regionali, che affrontino le tematiche del progetto, della pianificazione e delle strategie legate al processo di costruzione, manutenzione e cura del paesaggio produttivo. Un nuovo patto città-campagna si fonda sulla salvaguardia e la tutela del territorio agricolo, attraverso le difesa di economie integrate, tenendo conto della crescente domanda sociale di spazi e di prodotti eco-compatibili. Dal confronto tra le diverse esperienze regionali ci si attende di raccogliere indicazioni per il superamento dello sfruttamento intensivo, della dissipazione di risorse e dell’abbandono del territorio rurale, a favore di forme di cura e di rigenerazione del territorio e della produttività del sistema paesistico-ambientale, come vera grande risorsa del Paese.


WORKSHOP 2
• ECONOMIA CIRCOLARE E NUOVE FORME PRODUTTIVE
L’economia mondiale ha imboccato la strada della post-globalizzazione. La stessa green economy è diventata parte del processo di accumulazione dell’economia capitalistica, trasformando i limiti ambientali in opportunità di crescita. La delocalizzazione delle attività manifatturiere non si caratterizza più, in modo esclusivo, secondo la ricerca della minimizzazione del costo dei fattori produttivi. Il commercio si trasforma in modo altrettanto consistente. La mutazione del territorio come supporto dei processi di produzione evidenzia sempre di più gli sprechi avvenuti negli ultimi decenni e pone nuovi interrogativi e opportunità.
I flussi di persone, merci e conoscenze diventano a volte occasioni per incentivare lo sviluppo, altre vincoli che rischiano di compromettere attività economicamente importanti.
Le criticità di un’idea convenzionale di “economia lineare”, alimentano nuove idee di sviluppo, contestuali e consapevoli, capaci di mettere al centro quei principi di equilibrio, continuità e contezza dei limiti eco-sistemici, o anche la critica di modelli come, ad esempio, quello della filiera lineare “produzione-consumo-scarto”, che è possibile convertire in “economia circolare”. Un’economia finalizzata a minimizzare gli scarti e a basare sulla dissoluzione nella biosfera e sul riciclo l’intero processo di produzione, fondato sulla consapevolezza del nesso profondo che esiste tra la vita dei prodotti e i loro cicli di vita, decisivo per l’equilibrio dell’ecosistema. Produzione e scarto divengono in questo senso fasi collegate in forma circolare, per un’economia rigenerativa in grado di favorire la crescita economica e la creazione di posti di lavoro, di ridurre le emissioni di gas a effetto serra e la dipendenza dalle materie prime importate.
Obiettivo del workshop è il confronto tra esperienze o elaborazioni teoriche in cui le nuove forme di economia post-globale si integrano o confliggono con le dinamiche insediative, in contesti urbani o di area vasta. Questo tema include una molteplicità di forme: dal recupero delle aree dismesse al destino delle infrastrutture dismesse o sottoutilizzate, dal riciclo dei territori-scarto alla riattivazione dei drosscapes.


WORKSHOP 3
• MEDITERRANEI. FLUSSI, MIGRAZIONI E DISUGUAGLIANZE
Le grandi migrazioni e l’acuirsi delle differenze tra gruppi sociali pongono nuove sfide alle aree urbane e al paesaggio che muta in funzione di nuovi usi e di nuove pratiche. Luogo fisco e scenario di mutamenti, il Mediterraneo assume le diversità che discendono dalle condizioni attuali, si declina secondo le molteplicità che lo connotano ed evolve attraverso i flussi che lo attraversano. L’arena della responsabilità di un Mediterraneo allargato, fatto di sponde, di confini, di spazi di vita, ma anche di attraversamento e di fuga, verso la formazione di un nuovo soggetto socio-culturale prima che geo-politico, impone una riflessione congiunta di diverse discipline tra le quali il progetto di territorio, il governo delle trasformazioni. Il Mediterraneo come avanguardia di futuro seduce le nostre menti e mette a dura prova la nostra capacità diagnostica e operativa, stimola il coraggio di scelte e richiede una governance adeguata a un "continente liquido" che oggi possiede una popolazione potenziale di 438 milioni di abitanti e che, dilaniato da conflitti e barriere, segnato da migrazioni e diseguaglianze, fatica a riconoscere e governare la ricchezza delle sue diversità mettendole a base di un nuovo progetto di futuro, parabola di una rinnovata cooperazione umana.
Obiettivo del workshop è conoscere e mappare le diverse configurazioni dell’organizzazione sociale, delle terre e delle acque mediterranee, tracciare le rotte e ricostruire un quadro che sia in grado di muovere la proposizione di un Mediterraneo come nuovo centro propulsore dei diritti e della pace.


WORKSHOP 4
• ITALIA SICURA: I RISCHI TERRITORIALI E AMBIENTALI
Una riflessione sui cambiamenti in atto deve confrontarsi con le grandi trasformazioni ambientali e del clima in corso. Si tratta di trasformazioni irreversibili, dai forti impatti sulla qualità dell’aria, dell'acqua e del suolo; sulla permanenza di paesaggi e reti ecologiche e sul livello di biodiversità; sulla tenuta geologica e idrogeologica del territorio; sul livello delle acque e, conseguentemente, sulla geografia degli spazi urbani e sul comportamento umano. I rischi che derivano dagli eventi meteorologici estremi, la fragilità dei territori urbanizzati e le trasformazioni ambientali sono strettamente correlati e convergono con maggiore intensità nelle città. Infatti, la dimensione del rischio obbliga a una diversa considerazione dei fenomeni urbani, che per un periodo troppo lungo hanno voltato le spalle alla considerazione attenta e puntuale di essi e a una loro adeguata analisi orientata alla ricerca della conoscenza pertinente che possa orientare l’azione attraverso un ampio consenso. Una prospettiva, questa, propria della pianificazione attraverso la quale passano obbligatoriamente le azioni per la messa in sicurezza del territorio, prima ancora che le soluzioni tecniche messe in campo dall’ampia azione di governo e dai vasti investimenti programmati per i prossimi anni. Obiettivo del workshop è quello di fare il punto su un corredo di esperienze e metodologie per l'analisi, la valutazione e le azioni di mitigazione dei rischi territoriali e ambientali che possa consentire la costruzione di un adeguato stato dell'arte nel nostro Paese nonché la selezione delle migliori pratiche oggi disponibili.


WORKSHOP 5
•  PER CITTÀ PIÙ RESILIENTI: PROGETTO URBANO PER L’EFFICIENZA ENERGETICA E I CAMBIAMENTI CLIMATICI
La resilienza urbana implica la messa a punto di una forma progettuale diversa dal passato, più strategica, in grado di attraversare le scale e di considerare le molte variabili in gioco (non solo spaziali, ma anche sociali, ecologiche, economiche...). Perseguire un’idea di mitigazione e adattamento implica esplorare territori progettuali nuovi, dove l’azione si prefigura come trasversale (capace di intercettare soggetti diversi), interscalare (dove anche l’azione sui piccoli spazi diventa rilevante e può incidere sul complessivo assetto urbano), dinamica e osmotica (potenzialmente mutevole nel tempo e capace di riverberare i propri effetti in diversi settori).
Questo workshop si propone di esplorare la dimensione progettuale della città resiliente attraverso la rilettura critica di esperienze di pianificazione e di progettazione dello spazio urbano, elaborate in ambito nazionale e internazionale, significative sia sul fronte della mitigazione che dell’adattamento, attraverso un repertorio di buone pratiche riferite a strumenti di pianificazione e progetti di spazi aperti, nella duplice prospettiva della mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici e all’efficienza energetica delle città.
I grandi cambiamenti climatici e la ricerca per l’efficienza energetica sono strettamente correlati e convergono con maggiore intensità nelle città dove, anche a seguito delle trasformazioni demografiche e socio-economiche, è necessaria la costruzione di nuovi scenari e modi per un progetto urbano resiliente.
In particolare la sfida per l’efficienza energetica della città, che richiede di andare oltre la scala edilizia, obbliga a uno sguardo olistico, attento alla città come luogo dove integrare politiche di riduzione dei consumi energetici e di produzione di energia da fonti rinnovabili. Obiettivo del workshop è quello di verificare questa impostazione indagando aspetti e pratiche di pianificazione e progetto che riguardano la mobilità, le infrastrutture verdi nonché forme di compensazione e di incentivazione che fanno leva sui meccanismi di mercato.


WORKSHOP 6
• 
SMART PLANNING, BIG DATA E COMPUTATIONAL SOCIAL SCIENCE
Le nuove frontiere dell’ICT impongono cambiamenti epocali alle pratiche d’uso della città e del territorio. Allo stesso tempo deve cambiare il modo in cui si studiano i sistemi insediativi tenendo conto di una quantità e qualità del tutto diversa dei dati disponibili. Quali sono le pratiche che fanno propria questa continua innovazione, al di là delle retoriche e del senso comune che avvolge spesso questi temi? I campi di applicazione delle nuove tecnologie ai sistemi insediativi sono talmente ampi e pervasivi che richiedono una riflessione ampia e articolata.
Le città sperimentano sistemi insediativi più complessi, distribuiti per reticoli interagenti in cui tutte le parti agiscono entro una relazione integrata e metabolica, orientata alla loro qualità materiale e immateriale e al benessere dei loro abitanti. Le città si compongono sempre più come sistemi di dati e informazioni, di sensori e attuatori, si arricchiscono di intelligenze distribuite. Tuttavia, non basta una immissione di tecnologia e la distribuzione di protesi urbane, bisogna accoppiare alla componente tecnologica i fattori abilitanti della social innovation. La Smart City ci obbliga a un ritorno a una visione olistica e metabolica della città: la città intelligente è soprattutto una Human Smart City e richiede un nuovo approccio analitico e pianificatorio per governarne l’evoluzione.
Obiettivo del workshop è quello di cogliere i segnali che emergono nelle forme più innovative della comunicazione, della produzione e della gestione di servizi che interessano la città e il territorio. Si intende costruire, a partire dalle diverse esperienze e competenze dei partecipanti, una riflessione attorno alla necessità di elaborare protocolli di pianificazione integrata e strategica capaci di accelerare lo sviluppo di intelligenza urbana come fattore abilitante per lo sviluppo di città creatrici di valore, più ricche di intelligenza sociale e più resilienti rispetto ai cambiamenti climatici.


WORKSHOP 7
•  RIGENERAZIONE URBANA MULTISCALARE 
La crisi del modello della città fordista, la dismissione delle aree produttive che hanno esaurito il proprio ciclo di vita, i nuovi ruoli che le città assumono negli scenari della globalizzazione, favoriscono questi modelli di riorganizzazione e riqualificazione improntati alla integrazione dei temi ambientali, sociali ed economici, quanto dei soggetti che concorrono alla definizione e attuazione dei programmi di trasformazione della città in chiave di rigenerazione urbana.
Al livello nazionale non esistono direttive sulla Rigenerazione Urbana; in assenza di una cornice normativa nazionale si sono quindi avviate forme locali di sperimentazione di diversa natura che, spesso hanno guardato ai modelli europei più evoluti e, pur nella diversità dei contesti territoriali e normativi di riferimento, hanno portato a sperimentazioni di rigenerazione urbana intesa come politica che sviluppa azioni integrate a carattere fisico ed economico con un’enfasi particolare sull’inclusione sociale. In tal senso, si sostanzia il carattere innovativo della rigenerazione, in relazione con le capacità di trasformazione territoriale dei processi e degli strumenti di pianificazione tradizionali.
È opportuno non ridursi esclusivamente alla considerazione della dimensione della città, ma guardare anche la conformazione della sua struttura urbana e il sistema territoriale in cui è inserita: la rete dei collegamenti naturali, storici e infrastrutturali rappresenta il connettore delle risorse ambientali, paesaggistiche, storiche e culturali presenti sul territorio. In tal senso, il tema della rigenerazione assume connotazioni particolari, essendo il tessuto della “parte urbana” in stretta correlazione con il territorio rurale e con le infrastrutture storiche che rappresentano, in molti casi, elementi generatori dello sviluppo urbano.
Obiettivo del workshop è quello di valutare una nuova stagione di esperienze italiane, guardando soprattutto alla loro eventuale traduzione in prassi ordinaria di intervento sulla città contemporanea, in particolare nelle regioni che hanno attivato nuove stagioni di pianificazione d’area vasta e indagando le capacità di integrazione con i processi di valorizzazione territoriale orientati alla sostenibilità. 


WORKSHOP 8
• PIANIFICAZIONE E URBANISTICA PER LA CONVERGENZA TERRITORIALE
Sono in corso di elaborazione o in prima fase di implementazione i POR, il PON Metro, il PON Reti. Il Governo ha rinnovato l’impegno per politiche ordinarie sulle questioni del divario territoriale, con un riferimento – ancora scarsamente focalizzato – alle questioni territoriali del Mezzogiorno d'Italia. Si prospetta un nuovo e diverso impegno nei confronti di territori che hanno visto negli ultimi anni un minore impegno e una minore attenzione da parte delle istituzioni ma, soprattutto, che hanno registrato un progressivo arretramento economico, un peggioramento della qualità della vita, un progressivo declino delle aree urbane nei territori che non presentano connotati "metropolitani".
Quale possibile integrazione delle proposte comunitarie e nazionali? Cosa hanno elaborato, nel corso di questi anni di intenso dibattito e di "ripensamento" critico, gli urbanisti e i pianificatori per la formulazione di politiche diverse, quando non alternative, rispetto al passato? Quali strumenti o quali combinazioni di strumenti per un'azione più efficace su città e territori che devono accogliere le nuove sfide di resilienza e convergenza? Cosa potranno fare gli urbanisti e i pianificatori, dentro e fuori dalle Università per riuscire a dare un contributo evidente e riconosciuto alle comunità territoriali al fine di superare divari vecchi e nuovi?
Obiettivo del workshop è innanzitutto quello di cogliere la consapevolezza del dibattito disciplinare su questi aspetti di attualità, e di rilevare proposte e indicazioni innovative come fattore strategico per aumentare gli impatti territoriali delle politiche di convergenza territoriale, rimediando a molti errori del passato.


WORKSHOP 9
• TERRITORI DELL'ABUSIVISMO NEL MEZZOGIORNO CONTEMPORANEO. 
TEMI E PROSPETTIVE DI INNOVAZIONE PROGETTUALE E POLITICA
A oltre trent’anni dalla L. 47/1985, molte delle questioni implicate dal fenomeno dell’abusivismo edilizio nel Mezzogiorno rimangono non solo irrisolte, ma hanno assunto una gravità e una complessità uniche. 
Sorprende che di fronte al fallimento del recupero urbanistico, alla sregolazione sociale e all’emergenza ambientale, il nostro dibattito accademico si sia progressivamente ritratto. Finendo con l’evitare un fenomeno che resta, sebbene in forma non esclusiva, campo di responsabilità e tema di lavoro degli urbanisti. 
Il workshop vuole riprendere il discorso interrotto invitando al confronto due generi di contributi. Da un lato, esplorazioni nelle forme materiali e sociali che la città abusiva contemporanea ha assunto nelle regioni del Mezzogiorno. Da un altro lato, proposte d’innovazione per gli approcci e gli strumenti che sono oggi sul tavolo dell’urbanista, anche rivedendo laicamente i paradigmi su cui si è fondata la legge di condono edilizio.


WORKSHOP 10
• LA QUESTIONE DELLA CASA IN ITALIA. PROSPETTIVE, PROGETTI, POLITICHE
La questione della casa si pone oggi come tema strategico a cui si legano una serie di componenti urbane complesse, oltre alla produzione di nuovi spazi per abitare. Per decenni la ‘casa in proprietà’ è stata considerata un fattore di stabilità sociale orientando anche una quota consistente delle risorse pubbliche. Soluzione proprietaria che è entrata in crisi e chiede di essere ripensata attraverso la riarticolazione di una offerta accessibile, dignitosa ed economica per una molteplicità di popolazioni legate alle nuove povertà, così come a diverse fasce di disagio e vulnerabilità.
A fronte di ciò sta cambiando la capacità di una molteplicità di attori (pubblici, privati, del privato sociale e collettivi) di mobilitare risorse – di natura non solo finanziaria – per fornire risposte, sia come adattamento di tradizionali forme di intervento (ad esempio l’edilizia pubblica, ma anche la proprietà indivisa e i patrimoni dei grandi enti), sia come nuove modalità di azione (ad esempio il social housing e il riuso abitativo). 
Obiettivo del workshop è raccogliere contributi sia di quadro nazionale – su nuove domande e prospettive di trattamento della questione –, sia di approfondimento su criticità e ragioni di interesse di recenti progetti e politiche locali per l’abitare.


WORKSHOP 11
• CAMBIAMENTI DEL LESSICO PER NUOVE COMPETENZE E RESPONSABILITà DEGLI URBANISTI
In una prospettiva di "Cambia-menti" quale quella esplorata nel corso della SIU di quest'anno, questo workshop raccoglie, presenta e discute contributi su come sta cambiando e, soprattutto, come dovrebbe cambiare il lessico dell'urbanistica in risposta alla progressiva marginalizzazione delle conoscenze/competenze in diverso modo legate alla città e al territorio, al mutare delle responsabilità dei pianificatori, e in un quadro di sempre auspicabile innovazione delle pratiche e degli strumenti. L'obiettivo del workshop è quindi quello di contribuire alla ricostituzione e/o rafforzamento del rapporto tra conoscenza e azione, tra università, società, politica e decisione pubblica in relazione al crescente grado di complessità della gestione e delle trasformazioni urbane, cercando di restituire all'università il ruolo di soggetto proattivo per l'indirizzo delle scelte e delle politiche urbane. Da questo punto di vista, il workshop prende spunto dalla volontà, da un lato, di compensare l'inadeguatezza e riparare i silenzi colpevoli della disciplina sulle questioni urbane più urgenti, dall'altro, di ragionare attorno alla quasi totale assenza dei nostri contenuti disciplinari nei programmi e nelle agende pubbliche delle principali città italiane chiamate al voto. Fra gli obiettivi del workshop vi è quello di contribuire a definire una sorta di libro bianco di temi e problemi rilevanti che solleciti cittadini, comunità e amministrazioni a mettere a repentaglio modi di pensare e di agire al fine di sperimentare modelli e pratiche urbane alternative dalle quali possano scaturire prospettive diverse.


ABSTRACT DELLA CONFERENZA
Gli abstract non devono superare le 3.000 battute (spazi inclusi) e devono contente i seguenti dati: 
I. Titolo, Autore/i, Recapiti, Affiliazione, Workshop di riferimento, parole chiave (in numero di 3);
II. Tesi sostenuta
III. Campo entro il quale la tesi trova argomentazioni;
IV. Prospettive di lavoro.

AVVERTERNZE IMPORTANTI:
Una diversa articolazione dell’abstract sarà motivo di esclusione.

SCADENZE
Gli abstract dovranno pervenire entro lunedì 15 Febbraio 2016 per la preventiva approvazione al seguente indirizzo email: cambiamenti@conferenzasiu2016.it.
Il comitato scientifico della SIU darà comunicazione agli interessati dell’accoglimento delle proposte lunedì 11 marzo 2016.
I paper, di lunghezza non superiore a 20.000 battute (spazi inclusi), oltre a eventuali figure e tabelle, dovranno pervenire al suddetto indirizzo email entro lunedì 16 maggio 2016. 
Il layout per la redazione dei Full Papers sarà disponibile su questo sito appena possibile.

SPESE DI ISCRIZIONE
Partecipazione alla sola Conferenza
•  Senior 150,00 € / Junior 80,00 € (ridotti a 140,00 € e 70,00 € se versati entro il 28 maggio)
Partecipazione alla sola Conferenza per soci SIU (individuali o affiliati a un socio istituzionale)
Senior 120,00 € / Junior 60,00 € (ridotti a 100,00 € e 50,00 € se versati entro il 28 maggio)
Iscrizione individuale alla SIU per il 2015 (non richiesta se affiliati a un socio istituzionale)
• Senior 100,00 € / Junior 50,00 €
Partecipazione alla Conferenza + Iscrizione individuale alla SIU per il 2016
• Senior 200,00 € / Junior 100,00 € (ridotti a 180,00 € e 90,00 € se versati entro il 28 maggio)

Nota 1: Sono considerati "Senior" il personale di ruolo di Atenei e Pubbliche amministrazioni di qualsiasi età, nonché tutti i partecipanti maggiori di anni 40.
Nota 2: Prima di versare la vostra quota di Iscrizione alla Conferenza Nazionale SIU 2016 verificate se siete afferenti a un Socio Istituzionale SIU. La lista dei Soci Istituzionali è riportata nella Sezione "About" | Soci Istituzionali SIU  

MODALITA’ DI PAGAMENTO
Il pagamento deve essere eseguito prima dell'inizio della Conferenza nella seguente modalità:
• con Bonifico bancario su conto corrente intestato a:
SOCIETÀ ITALIANA DEGLI URBANISTI
Via Bonardi 3, 20133 Milano
Presso: Banca Popolare di Sondrio
IBAN IT29 J056 9601 6200 0001 0007 X37 | BIC ‐ SWIFT P0S0IT22
Causale: CONFERENZA SIU CATANIA 2016
• Pagamento con carta di credito:
a partire dal 15 gennaio 2016 sul sito www.societaurbanisti.it > Sezione "XIX Conferenza 2016" 

CONTATTI
Email: cambiamenti@conferenzasiu2016.it 
Web: www.societaurbanisti.it


 

Bookmark the permalink.