SIU Seminar
Fare Urbanistica oggi: le culture del progetto.
Declinazioni, Opportunità, Criticità

 

a cura di Laura Montedoro e Michelangelo Russo
Promosso da SIU, DAStU (Politecnico di Milano),
DiARC (Università Federico II, Napoli)

Online, 22 Aprile 2021, h. 9:00 - 17:15
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Il seminario intende avviare un confronto sull’urbanistica in Italia e sull’idea del progetto che cambia, sensibile ai temi che attraversano la condizione contemporanea, con specifico riferimento alle culture, alle pratiche, all’insegnamento e alla ricerca.

L’assunto di partenza è un’idea ampia e multidimensionale di progetto come attitudine a prefigurare visioni di futuro, come sguardo esplorativo ed interpretativo che produce conoscenza, come sistema di azioni tecnicamente pertinenti, come campo di interazione sociale e di conflitto, come capacità di elaborazione di strumenti multiscalari e integrati di pianificazione del territorio e della città. Un’idea costantemente riferita allo spazio fisico e sociale della città, alle esplorazioni possibili del campo del visibile, alle sensibilità per le morfologie urbane e territoriali, per i paesaggi, per i territori palinsesto. Un’idea di progetto, dunque, in grado di recuperare una tradizione culturale italiana ricca di senso per mettere sistematicamente in tensione spazio e società, con specifica attenzione ai contesti culturali e materiali intesi come riflesso della società, delle economie, delle istituzioni.

I temi, le questioni, i fenomeni che attraversano la società e il territorio contemporaneo mutano la concezione e i modi di prefigurazione del futuro, di organizzazione dello spazio fisico della città, di indirizzo delle politiche e dei comportamenti. Il progetto come dispositivo visionario degli assetti spaziali e urbani oggi assume caratteri e forme molteplici che vanno oltre gli strumenti e i dispositivi su cui – per decenni – si è concentrata e confrontata la cultura urbanistica, in particolare nel contesto italiano.

Oltre il piano regolatore generale, ormai declinato in forma diversa nei quadri legislativi regionali, la città si progetta a scale differenti e con azioni, strategie e progetti plurali, incentrati su molteplici geografie dell’azione urbanistica: dallo spazio pubblico alle reti infrastrutturali ed ecologiche, dalle aree interne ai territori del periurbano, dalla città storica alle vecchie e nuove periferie, dalla rigenerazione diffusa al masterplan per le grandi aree di trasformazione ancora in attesa, in forme che chiedono di ripensare radicalmente l’efficacia dell’azione urbanistica e del nostro fare.

L'iniziativa si propone l'apertura di un dialogo sui modi, le forme e gli sfondi culturali su cui vengono sviluppati la ricerca e l’insegnamento del progetto urbanistico contemporaneo, innescando, a partire dalla rete SIU, un confronto ampio e sistematico tra sedi, scuole, gruppi di lavoro e di ricerca che concentrano il loro lavoro sulla ricerca progettuale.

 Seminario SIU 22 Aprile 2021 | Presentazione Seminario
 Seminario SIU 22 Aprile 2021 | Programma
 Seminario SIU 22 Aprile 2021 | Locandina
 


SESSIONE I | LE CULTURE DEL PROGETTO URBANISTICO

Molti i temi, consolidati ed emergenti, con cui siamo chiamati a confrontarci: cambiamenti climatici, crisi pandemica, crescita illimitata e green deal, cultura digitale, temi ambientali, ecologici ed energetici, dimensioni post-metropolitane dell’urbanizzato, depauperamento delle risorse non riproducibili, economie circolari, crescita delle disuguaglianze e dei divari socio-spaziali, tra territori e gruppi sociali, etc. Le questioni che cambiano la città reclamano un’idea di progetto capace di rigenerare le pratiche dell’urbanistica come capacità adattiva di dialogare con i contesti, di individuarne le specificità, di provocare immaginari, di prefigurare scenari, di elaborare strategie di cambiamento possibile per disegnare il futuro. Nuove culture del progetto rinnovano complessivamente una ricca tradizione italiana (da a Quaroni ad Astengo, da De Carlo a Piccinato) e trasformano i valori di riferimento del progetto urbanistico, ridefinendone approcci, riconsiderando le tecniche in una dimensione processuale, sensibile ai differenti contesti istituzionali, alla presenza di attori molteplici e differenziati, a quadri critici di risorse, a condizioni di crisi generalizzata e diffusa.

Progetto adattivo e resiliente, progetto ecologico, progetto paesaggistico etc.: aggettivazioni protese a sottolineare alcune forme interpretative del fenomeno contemporaneo che pongono in evidenza una dimensione necessariamente integrata e intersettoriale del progetto, come dispositivo di coordinamento di saperi, di domande e voci diverse, di specificità capaci di oltrepassare le secche di un sapere tecnico poco comunicativo, al fine di costruire prospettive di senso condiviso.

Quali radici culturali di un pensiero adattivo del progetto contemporaneo, quali tradizioni da valorizzare, quali forme convenzionali della cultura del progetto da mettere in discussione? Quali i sintomi della crisi delle competenze progettuali? Quali riferimenti alle culture disciplinari internazionali per un pensiero contemporaneo del progetto urbanistico? Quali saperi di riferimento? Come si può confrontare (misurare) la qualità del progetto con la cultura prestazionale e con l’attesa di esiti quantitativamente descrivibili oggi largamente egemoniche?

SESSIONE II | LE PRATICHE DEL PROGETTO URBANISTICO

Il progetto urbanistico contemporaneo è multiscalare: la dimensione del “progetto urbano”, dispositivo concettuale e argomentativo utile alla fine del Novecento per recuperare un’attitudine dell’urbanistica a trattare la dimensione fisica della città, oggi non è più attuale, perde di significato in relazione a una ormai consolidata cultura disciplinare della intersettorialità, sebbene non manchino occasioni in cui mettere alla prova anche nuove forme di masterplan, più adattive e antifragili rispetto alle incertezze dei contesti e dei processi. Il progetto è chiamato a focalizzare, specificare, integrare e rendere possibili le trasformazioni che hanno un impatto sullo spazio fisico, sullo spazio abitabile, sul territorio, sul paesaggio, sulla sua morfologia, a diverse scale, con impatti a diverse dimensioni.

La città abitabile e il suo spazio si devono/possono progettare nei piani paesaggistici e territoriali, come nei progetti alla scala più minuta, di attrezzature e di standard, di spazi pubblici e accessori, nei quartieri e nelle aree in crisi, nelle politiche rigenerative di cura e di manutenzione del territorio, in situazioni circoscritte, nei piccoli comuni, nelle aree interne, nei quartieri del degrado e della marginalità, nei territori frammentati del periurbano e nelle grandi aree di trasformazione urbana. Una dimensione tattica e collaborativa, capace di costruire forme di co-produzione d’intesa tra diversi soggetti, dentro le comunità locali, apre lo spazio a forme di innovazione consistenti, oltre quella dimensione “strategica” e di lungo periodo legata ai grandi progetti, alla costruzione di soluzioni di natura strutturale ai problemi delle città e dei territori, alle visioni di insieme, che attraversa da anni la nostra cultura disciplinare con esiti intermittenti nella pratica e nella concreta gestione della trasformazione delle città italiane.

La capacità trasformativa del progetto si scontra oggi con il prevalere di logiche nelle quali la prefigurazione dello spazio e del suo nesso con la società, la sua responsabilità “pubblica” assume sempre più la forma del marketing, in una logica prevalentemente mercantile. In questo contesto, come ridare forza “politica” e pubblica al progetto urbanistico? Quali pratiche innovano il progetto urbanistico contemporaneo? Con quali relazioni alle pratiche in uso nelle città europee e alla cultura internazionali del progetto urbanistico? In quali forme di collaborazione con le amministrazioni locali e con quali strumenti intermedi si può mettere alla prova questa idea di progetto?

SESSIONE III | LE CULTURE DEL PROGETTO NELL'UNIVERSITÁ

È importante un confronto sui modi in cui il progetto in urbanistica viene insegnato in Italia, in relazione alla sensibilità e alla focalizzazione dei temi che configurano una “questione urbana” contemporanea; quanto ancora c’è di convenzionale nei contenuti e nelle forme del nostro insegnamento progettuale dell’urbanistica? Quali relazioni con altre differenti discipline, a partire dall’architettura ma anche dallo studio delle politiche, dei processi decisionali e degli approcci quantitativi alla pianificazione, fino alle scienze sociali, alle ingegnerie del territorio, alle scienze economiche e della natura e alla valutazione, alla comunicazione? Cos’è oggi la ricerca in campo urbanistico applicata al progetto? Il progetto, come si diceva un tempo, deve ancora essere considerato “dispositivo di ricerca e di conoscenza”? Quanto la dimensione laboratoriale, condivisa, il rapporto con la società e con le persone, le pratiche collaborative, influiscono a costruire la formazione al progetto? Cosa chiede la ricerca europea all’urbanistica e come la domanda di ricerca competitiva (Horizon, etc.) ha riorganizzato l’agenda nel campo del progetto urbanistico? Che valore attribuiamo all’impegno dei dipartimenti nella terza missione, nel sostenere i processi di pianificazione e di progettazione multiscalare del territorio delle pubbliche amministrazioni e degli enti locali? Come si riflette sulle dimensioni critiche del progetto urbanistico contemporaneo nella ricerca e nell’insegnamento dottorale? Quanto vale il progetto, la sua sperimentazione e la sua applicazione, negli esercizi istituzionali di valutazione della ricerca? In che modo i prodotti della ricerca progettuale possono essere messi in valore rispetto ad altre pratiche di ricerca almeno apparentemente più proficue in termini di standard valutativi? Si tratta di questioni su cui è necessario ricostruire una geografia di posizioni, atteggiamenti e pratiche nell’università italiana, incrociare idee, valutazioni e linee di lavoro, individuare valori comuni e spazi di collaborazione, per consolidare uno statuto del progetto urbanistico che possa acquisire una dimensione sempre più convincente e costruttiva nella nostra università e nella nostra società.


PROGRAMMA

Giovedì 22 Aprile 2021
• h. 9:00
Saluti apertura
Massimo Bricocoli, Michelangelo Russo, Maurizio Tira
Introduzione
Laura Montedoro

• h.9:30 | Sessione I
LE CULTURE DEL PROGETTO URBANISTICO
Maurizio Carta, Giovanni Caudo, Caro Gasparrini, Francesco Infussi, Nicola Martinelli, Mosè Ricci

• h. 11:15 | Pausa

• h.11:30 | Sessione II
LE PRATICHE DEL PROGETTO URBANISTICO
Claudia Cassatella, Matteo di Venosa, Romeo Farinella, Enrico Formato, Elena Marchigiani, Stefano Munarin, Roberto Pasini, Marco Ranzato, Michele Zazzi

• h. 13:30 | Pausa

• h.14:30 | Sessione III
LE CULTURE DEL PROGETTO NELL'UNIVERSITÀ
Massimo Angrilli, Giuseppe De Luca, Giovanni Durbiano, Laura Lieto, Francesco Lo Piccolo, Mariavaleria Minnini, Michele Talia, Maria Chiara Tosi

• h.16:15
Tavola Rotonda Conclusiva
Cristina Bianchetti, Massimo Bricocoli, Patrizia Gabellini, Gabriele Pasqui, Michelangelo Russo, Paola Viganò

• 17.15 | CONCLUSIONI



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